
CORIGLIANO-ROSSANO, venerdì 23 maggio 2025 – Le nuove generazioni, grazie al potere
dell’immaginazione che le rende acrobati del tempo, visionari di un mondo migliore, aperto alla
diversità, giocano un ruolo importantissimo nel processo di costruzione della pace. Occorre
ricostruire alleanze e costellazioni di comunità e fare in modo che possano vivere fra loro in
armonia. – Bisogna dare valore alla bellezza come strumento di pace e di risollevamento della
nostra terra dalle povertà. – Serve ripensare il rapporto con gli altri partendo dalla pedagogia e
dall’educazione nelle scuole. Non serve più ingurgitare contenuti e ripetere a memoria ciò che si
apprende; serve pensare e ragionare socialmente un mondo diverso; serve, quindi, immaginazione
sociale, grazie a spazi e luoghi, che stimolino la speranza intenzionale e ci permettano di agire. –
Difendiamo la democrazia, intesa come confronto e come partecipazione e non solo come esercizio
di voto, dalla banalizzazione degli ultimi decenni. – La pace non è qualcosa di statico a cui
possiamo aspirare idealisticamente ma qualcosa che si costruisce tramite gesti quotidiani.
AL VIA TRE GIORNI DI EVENTI E ARTE
Sono, questi, i messaggi principali emersi dal primo degli incontri che, questa mattina (venerdì 23)
dal complesso monastico di S.Maria del Patire, ha dato ufficialmente il via alla quarta edizione
2025 di Patìr Open Lab. Tutti, hanno avuto come leit motiv l’appello e le parole di Papa Leone XIV,
la pace disarmata e disarmante, pronunciate nel suo primo affaccio da Pontefice dalla Loggia
centrale di San Pietro.
TRA GRIFONI E SCRIPTORIUM, SUCCESSO PER CACCIA AL TESORO ESPERIENZIALE
GIOVANI TRA BISOGNO DI PACE E RICERCA INTERIORE. – È, questo, il tema dell’incontro che ha
aperto ufficialmente la quarta edizione dell’evento promosso dall’Associazione Rossano Purpurea e
istituzionalizzato dall’Amministrazione Comunale di Corigliano – Rossano, alla presenza di esperti e
di una platea di 150 studenti che, suddivisi in squadre (Grifone, Scriptorium, Belvedere, Affreschi,
tutte icone del Patire, Marcatore Identitario Distintivo MID della Calabria) hanno partecipato
entusiasti alla speciale caccia al tesoro esperienziale, costruita secondo le normali regole del gioco
ma con un obiettivo preciso: conoscersi, connettersi tra sconosciuti, riflettere sul conflitto e sulla
pace dentro e fuori di sé, creare legami, ascoltare storie vere.
PACIFICO: PATÌR LUOGO DI INCONTRO TRA PASSATO E FUTURO
Patìr – ha sottolineato Mirella Pacifico, direttore dell’Ufficio diocesano scuola – è luogo che si fa
spazio di incontro tra più cose: tra Oriente ed Occidente, tra arte e natura, tra antico e moderno e,
soprattutto, consegnando il testimone alle nuove generazioni, tra passato e futuro.
DI VICO DE SIMONE: LA PACE MOSAICO CHE VA COSTRUITO INSIEME
Dobbiamo e possiamo pensare la pace – ha sottolineato la consigliera di Rossano Purpurea Anna
Di Vico De Simone – come qualcosa che possiamo costruire. È così che è stata pensata la caccia al
tesoro esperenziale promossa insieme ai giovani di Rossano Purpurea e la Pastorale giovanile, con
il suo responsabile, Don Domenico Simari: come un’attività capace di dimostrare la prossimità, la
vicinanza e la raggiungibilità dell’oggetto desiderato: in questo caso, la pace, un mosaico che tutti
noi dobbiamo avere la responsabilità di costruire.
Ricordando la ricorrenza nazionale della Giornata della Legalità che si celebra oggi, venerdì 23
maggio, per commemorare la Strage di Capaci, la Presidente del Consiglio Comunale Rosellina
Madeo ha sottolineato l’importanza di difendere la democrazia, capendo quanto si è stati fortunati
a nascere in un regime democratico che garantisce diritti per noi basilari come l’istruzione, che in
altre parti del mondo sono un privilegio. Dobbiamo continuare il lavoro di semina di quanti ci
hanno preceduto e hanno lottato per la democrazia; diventare cittadini in grado di dare un
contributo alla nostra comunità.
GIANNICOLA: CON IMMAGINAZIONE GIOVANI ACROBATI DEL TEMPO
La storia dell’umanità – ha detto Loredana Giannicola, Dirigente dell’Ambito territoriale di Cosenza
e Coordinatrice Dirigenti tecnici USR Calabria – è stata dominata dalla guerra, come modo per
affermare il dominio e anche se sembrava finalmente possibile un mondo diverso, la guerra oggi è
riaffiorata nella sua brutalità. Al tempo d’oggi questa cosa è ancora più grave, perché dopo gli
orrori del secolo scorso dovremmo aver maturato la consapevolezza di quanto sia importante la
pace e con essa la difesa della natura che ci circonda. Ancora oggi si usano le armi e il terrore
come strumento di soggiogazione dell’altro e questo significa che abbiamo abdicato alla nostra
responsabilità di essere uomini e donne, di prenderci cura dell’umanità intera, di cui facciamo
parte. È possibile diventare costruttori di pace solo costruendo un’alleanza fra le nuove
generazioni, grazie al potere dell’immaginazione che le rende acrobati del tempo, visionari di un
mondo migliore, aperto alla diversità. Occorre ricostruire l’alleanza fra comunità diverse, costruire
costellazioni di comunità e fare in modo che possano vivere fra loro in armonia.
MONS.ALOISE: DARE VALORE ALLA PACE ATTRAVERSO LA BELLEZZA
Costruire la pace – ha detto Monsignor Maurizio Aloise, Arcivescovo della Diocesi Rossano-Cariati –
non vuol dire solo fare marce di protesta e promuovere momenti di riflessione, ma anche portare
nel cuore la pace che ci viene dalla bellezza di un luogo come questo. Bisogna dare valore alla
bellezza come strumento di pace e di risollevamento della nostra terra dalle povertà. Chi lo sa?
Magari fra di voi potrebbe esserci il prossimo presidente della Repubblica o il prossimo Papa. È
importante che siate costruttori di pace e facciate vostri questi messaggi perché quando avrete
una posizione di potere in futuro, dovrete portare avanti questo discorso. Il dialogo fra voi e con
gli adulti, dev’essere disarmato e disarmante perché disarmare le parole significa contribuire a
disarmare la terra. Seguite questo esercizio di dialogo anche nelle aule, diminuite le parole che
sono motivo di divisione e aumentate le parole di amore, affetto e pace. La pace non la fanno solo
i potenti, ma si può costruire dal basso, iniziamo oggi.
CARAZZONE: PARTIRE DALL’EDUCAZIONE NELLE SCUOLE
Per Carola Carazzone, Segretario Generale di Assifero e Vicepresidente di Philea – la pace non è
solo assenza di guerra, è qualcosa di interiore e che possiamo costruire. L’alto tasso di suicidi, il
conflitto interiore e la violenza, sono sintomo di un mondo dove una visione condivisa e
solidaristica si è persa. È necessario recuperare questi valori per fermare le guerre nel mondo e
proteggere le nuove generazioni da questi mali. Il miglior modo è praticare la speranza
intenzionale, che non è una sorta di ottimismo, che ci paralizza nella convinzione che andrà tutto
bene, è una speranza costituita da una grande consapevolezza che ci spinge ad agire per cambiare
il presente ed il futuro. Serve ripensare il rapporto con gli altri partendo dalla pedagogia e dalla
educazione nelle scuole. Non serve più ingurgitare contenuti e ripetere a memoria ciò che si
apprende; serve pensare e ragionare socialmente un mondo diverso; serve, quindi, immaginazione
sociale, grazie a spazi e luoghi, che stimolino la speranza intenzionale e ci permettano di agire.
Questo percorso è essenziale anche per responsabilizzare i giovani come cittadini del domani,
difendendo la democrazia, intesa come confronto e come partecipazione e non solo come esercizio
di voto, dalla banalizzazione degli ultimi decenni.
PAONE: PACE SI COSTRUISCE NEL QUOTIDIANO
La Pace – ha sottolineato Mariangela Paone, reporter specializzata in informazione internazionale,
protagonista con la sua associazione Rondine Cittadella della Pace e con gli operatori del progetto
Changemaker della caccia al tesoro esperenziale – non è qualcosa di statico a cui possiamo
aspirare idealisticamente ma qualcosa che si costruisce tramite gesti quotidiani.
Le esperienze di vita e professionali della Paone hanno catturato l’attenzione degli studenti che
l’hanno intervistata alla fine dello speciale laboratorio. Dopo una lunga esperienza con El País,
dove ancora collabora e insegna nella Scuola di giornalismo, ha lavorato come inviata speciale per
testate come El Español e attualmente per elDiario.es. Nel corso della sua carriera ha raccontato
eventi cruciali come gli attentati di Parigi, la cosiddetta “crisi dei rifugiati” e l’inizio della guerra in
Ucraina. È autrice del podcast IO CHE A GENOVA NON C’ERO, sul ventennale del G8 e insegna
scrittura giornalistica alla Scuola Holden di Torino. Con uno sguardo attento e umano, Paone si è
distinta per la sua capacità di narrare le storie delle persone travolte dalla Storia, come nel caso di
Sospesa, il racconto della giovane Rezwana, sopravvissuta a un naufragio e intrappolata nella
burocrazia europea. – (Fonte: Associazione Rossano Purpurea – Corigliano-Rossano – Cs –
Comunicazione Istituzionale/Strategica – Lenin Montesanto Comunicazione & Lobbying)