
Il sindaco metropolitano, Giuseppe Falcomatà , ha preso parte alla cerimonia in memoria delle vittime del terremoto del 28 dicembre 1908 e dei marinai russi che, per primi, soccorsero le popolazioni reggina e messinese devastate dal terribile sisma.
Ai Giardini Umberto I, di fronte la stele che ricorda le gesta eroiche dei militari della marina imperiale, insieme al vicesindaco metropolitano Carmelo Versace, a Francesco Milasi, console onorario della Bielorussa in Calabria e Sicilia, e ad una folta rappresentanza di cittadini originari dai diversi Paesi che costituivano l’allora Russia Zarista, il sindaco Falcomatà ha celebrato «gli angeli venuti dal mare».
«L’amministrazione metropolitana e comunale – ha detto –  ha voluto rispondere presente ad un invito che onora l’impegno della marina militare russa che, quel triste giorno di 115 anni fa, si trovava a pochi chilometri da Reggio e riuscì ad intervenire per alleviare le sofferenze della nostra comunità reggina e far partire la macchina dei soccorsi». Secondo il sindaco, infatti, «è giusto ricordare quel momento e rinnovare i nostri sentimenti di gratitudine a chi ha dato una mano alla nostra popolazione».
«Ed è bello – ha continuato Giuseppe Falcomatà – tenere questa cerimonia all’interno della Villa Comunale che, oltre ad essere il giardino della biodiversità , sta diventando, sempre più, un parco della memoria. Qui, infatti, trovano dimora diversi alberi posati in onore di cittadini che hanno dato lustro al Paese e alla Città , in questo luogo del cuore si erge la Stele al Partigiano e quella per l’impegno della Marina militare russa».
«Accanto a questa iniziativa – ha proseguito il primo cittadino – sono diversi gli eventi che si stanno svolgendo in città per coltivare la memoria di quel drammatico 28 dicembre. Una su tutte è la grande mostra #millenovecentootto, allestita al Castello Aragonese, che ha la capacità di trasmettere un forte impatto emotivo al visitatore, messo nelle condizioni di connettersi con quelle ore tragiche in cui, di colpo e all’improvviso, vite ed esistenze intere vennero letteralmente frantumate da un terribile sisma». «Ovviamente – ha concluso Falcomatà – non è un esercizio della memoria fine a se stesso, ma ci rinnova l’impegno a realizzare, costruire e pianificare la crescita dei nostri territori in maniera sostenibile e rispettosa dell’ambiente».
