CORIGLIANO-ROSSANO (Cs), mercoledì 30 agosto 2023 – I tempi sono maturi perché venga aperta
una riflessione senza peli sulla lingua sullo spreco milionario di risorse pubbliche del quale soprattutto
(ma non solo) gli enti locali si rendono protagonisti indisturbati per le loro cosiddette programmazioni
estive. Non è più possibile assistere in Calabria al finanziamento pubblico faraonico di concerti ed
eventi che non hanno nulla a che vedere con la consapevolezza, la promozione, la valorizzazione e
la comunicazione del patrimonio storico, culturale e identitario della terrà che quelle risorse
economiche contribuisce a produrre. Non è più tollerabile osservare in silenzio, come se fosse anche
questa un’altra pagina di un destino scritto da altri, istituzioni pubbliche, classi politiche (di sinistra,
di centro e di destra), società ed opinioni pubbliche supine ed omertose davanti a quello che sembra
essere diventato il dogma intoccabile di un turismo che però non c’è e che nessuno osa misurare
per paura di essere smentito dai numeri impietosi. I tempi sono maturi perché anche le Corti dei
Conti di questo Paese, sicuramente quella calabrese, entrino nel merito di quel vero e proprio falò
estivo di ricchezza collettiva, un tesoro locale bruciato solo ed esclusivamente per riempire e drogare
per qualche ora piazze e spiagge di una regione che continua a spacciare (ma solo a se stessa perché
nel mondo ci ridono in faccia) per Calabria Straordinaria quei fumi e raggi laser che già denunciava
oltre 40 anni fa Franco Battiato insieme ad albe e tramonti, mare e montagna ed altre assurde balle
autoreferenziali, smontabili con un click.
È quanto ha dichiarato Lenin Montesanto, direttore di Otto Torri sullo Jonio a margine della
presentazione del libro OICOFOBIA – Il ripudio della nazione del professor Spartaco Pupo ospitato
nei giorni scorsi nell’Auditorium Alessandro Amarelli nell’ambito dell’ultima tappa della rassegna
culturale ESTATE AL MUSEO.
Con l’Autore, Spartaco Pupo, professore di Storia delle dottrine politiche all’Università della Calabria
si sono confrontati oltre che lo stesso Montesanto anche il direttore de l’Eco dello Jonio Marco Le
Fosse e l’Alfiere del Made in Italy e presidente del Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli Pina Amarelli
che ha sottolineato come questa forma di rigetto delle origini sia assolutamente condannabile in
quanto causa dei principali danni di questa terra. D’accordo anche l’Amministratore delegato
Fortunato Amarelli. Non si può non guardare alla realtà di questo territorio – ha detto – senza vederne
anche il bello. Ecco che chi non è oicofobico riesce a vedere anche questo, riesce a vedere il bello
che c’è in questo territorio e quindi lo promuove.
C’è un pò di paura – ha rimarcato l’assessore regionale all’Agricoltura Gianluca Gallo – in tutto ciò
che invece non dovrebbe costituire paura per i calabresi che invece dovrebbero lavorare fortemente
in un momento di aggregazione cercando di trovare anche nel settore agroalimentare, la ricerca di
mercati di riferimento diversi. L’esempio storico forse più eloquente di oicofobia regionale – ha
aggiunto – lo abbiamo dimostrato quando in passato abbiamo ripudiato la tradizione e la cultura
millenaria dell’ulivo che, da eredi dei magnogreci avremmo dovuto e dovremmo invece venerare e
trattare come pianta sacra, per inseguire il posto da bidello, usciere, dipendente comunale o in altre
istruzioni nazionali e comunitarie, quando le casse pubbliche erano usate anche per questa che si è
dimostrata essere una distorsione. Ma lo facciamo ancora oggi quando ad esempio non ci poniamo
la qualità come obiettivo da perseguire per creare reddito e sviluppo con le nostre risorse. Il
problema dei problemi della nostra terra non è materiale, non è solo il gap di infrastrutture che c’è
e va sanato ma che non può risolvere tutto; il problema dei problemi della Calabria è immateriale,
di consapevolezza e di mentalità.
La vera vergogna di noi stessi, ripudiare la nostra personalità, i nostri legami. Questo universalismo
di ritorno – ha commentato Spartaco Pupo definendo l’oicofobia una patologia nazionale – che ha
prodotto individui sradicati, alienati, per molti versi drogati e malati dovrebbe far riflettere tutte
quelle culture, ideologie, narrazioni che hanno sradicato gli uomini dalla propria appartenenza. La
Calabria è uno di quei territori maggiormente a rischio per tante ragioni, perché le istituzioni culturali
fanno poco per la valorizzazione del patrimonio di appartenenza e sono affetti da questo complesso
di inferiorità nei riguardi delle culture altre. – (Fonte: Otto Torri sullo Jonio)









